venerdì 10 settembre 2010

Gestire un Collegio dei Docenti con la tecnica del lavoro di gruppo

Premessa
Cosa starà facendo mia figlia a casa con la baby sitter? Perché non usa nemmeno una presentazione in powerpoint? Perché non scrive un po’ più in grande in quella presentazione in powerpoint? Ma quanto parla quel collega, di cose inutili, poi…
Questi sono solo alcuni dei pensieri che ogni insegnante fa nel corso di un Collegio Docenti.
Il Collegio Docenti è l’assemblea di tutti gli insegnanti di una scuola e si riunisce quando ci sono delle decisioni importanti da prendere. È un’istituzione democratica che sta perdendo purtroppo la sua spinta e il suo ruolo di strumento di discussione, ricerca e innovazione all’interno dei vari istituti scolastici. Invece di essere un organismo dei docenti è diventato un rito sempre più spesso gestito dai dirigenti scolastici al quale gli insegnanti partecipano perché costretti.
In genere il modo di gestire questi collegi non aiuta a risvegliare questo spirito di partecipazione: molte persone che ne ascoltano una, che spesso parla senza l’ausilio di strumenti informatici.
Chi ha qualcosa di intelligente da dire non interviene, come non interviene chi non è d’accordo con le decisioni che vengono prese. A partecipare sono sempre quei quattro o cinque visti dagli altri come i soliti rompiscatole.
Noi sappiamo che la democrazia non sopravvive da sola, che rischia di sclerotizzarsi in riti poco efficaci. Ancora più spesso si tende a confondere il rito con ciò che il rito dovrebbe favorire: la partecipazione di tutti.
Negli anni settanta potevano anche andar bene delle assemblee in cui pochi parlavano e molti ascoltavano, oggi però non è più così. Bisogna mettere nella condizione di partecipare in modo attivo tutti coloro che sono presenti ad una assemblea. Dobbiamo perciò essere convinti che non è la democrazia ad essere inadeguata ai tempi, ma il rito che si utilizza per metterla in pratica.
Il Collegio così inteso è ormai una cosa vecchia perché non è possibile che in un luogo dove si riuniscono cento persone dotate di ragione si possano contare solo dieci interventi; è un insulto all’intelligenza di tutti coloro che non hanno avuto la voglia o il coraggio di prendere la parola. E allora? Alcuni dicono che si deve abolire quest’istituzione perché inutile, vecchia, non al passo con i tempi. Io penso invece che certe istituzioni vadano aggiornate, cambiate, modificate secondo una logica destinata ad aumentare la partecipazione al loro interno.
A non funzionare non è il Collegio Docenti come istituzione, ma il modo di gestirlo, quindi non è il Collegio da abolire, ma la sua struttura che deve consentire a tutti di partecipare, di esprimere la propria opinione di incidere sulle decisioni che vengono prese.
Oggi ci sono sia gli strumenti metodologici che quelli tecnologici per fare ciò, basta aver voglia di conoscerli, di applicarli, di utilizzarli.
L’esperienza che viene narrata in questo articolo è relativa ad un Collegio tenutosi il 26 febbraio 2010, gestito con la tecnica del Jigsaw (adattata e rivista per l’occasione e per il tempo a disposizione) nell’Istituto Comprensivo della provincia di Rovigo in cui io lavoro, grazie alla disponibilità del Dirigente, del suo vice e di tutta la Commissione POF che mi hanno sostenuto nella fase della progettazione e della realizzazione. Leggi tutto l'articolo
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