lunedì 12 febbraio 2007

Valutazione insegnanti: provocazione n. 2

Da chi potrebbero essere valutati gli insegnanti?

Nella prospettiva che il dibattito possa passare dal se al come valutare il nostro operato, mi piacerebbe fornire un contributo che avrebbe l’obiettivo di dare il via ad un confronto.

Se gli insegnanti accettassero di essere valutati da chi, come e sulla basse di cosa potrebbero essere valutati?

Quale potrebbe essere la rubrica di valutazione dell’operato di un insegnante italiano del 2010?

In questa mia analisi mi piacerebbe cominciare a ragionare partendo dai soggetti che dovrebbero valutare; da chi dovremmo essere valutati?

Sicuramente da studenti e genitori (per le scuole di ogni ordine e grado) che, sollecitati da questionari seri e ben preparati (anche con la collaborazione degli insegnanti stessi), dovrebbero avere la possibilità di dire la loro su quanto successo all’interno di quell’aula nel corso di quell’anno scolastico.

Un altro soggetto che potrebbe avere tutto il diritto di valutare l’operato dei suoi insegnanti dovrebbe essere il dirigente scolastico.

Molti dirigenti oggi si nascondono dietro l’alibi dell’impossibilità di intervenire sulla soluzione di situazioni ritenute difficili. Dicono che non hanno gli strumenti per valorizzare i più capaci e per ridimensionare i meno competenti. I tempi mi sembrano maturi perché anch’essi, sulla base di strumenti oggettivi e non della simpatia personale, possano esprime un giudizio sui loro docenti.

Anche i colleghi dovrebbero avere la possibilità di intervenire, soprattutto quando si tratta di valorizzare l’operato di qualcuno, sulla base anche qui strumenti oggettivi.

Un insegnante valutato da alunni, genitori, colleghi e dirigenti potrebbe sentirsi tranquillo, la valutazione sarebbe oggettiva; si può essere antipatici al dirigente e non ai colleghi; agli studenti e non al dirigente, ma se dovesse risultare un giudizio unanimemente negativo è chiaro che un po’ di autocritica bisognerebbe cominciare a farla.

L’oggettività della valutazione dipenderebbe dalla pluralità dei soggetti chiamati a valutare, ma anche dagli strumenti utilizzati per valutare.

segue

Paolo Scorzoni

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