lunedì 29 luglio 2019

Come costruire apprendimenti profondi con una didattica che, non abbassando la qualità, aumenti il numero di studenti che raggiungono gli obiettivi minimi

1. Fornire Feedback all'insegnante
2. Lavorare sui modelli
3. Fornire Feedback ai compagni
4. Quali tipologie di compito

3.      Fornire feedback ai compagni

Dopo aver costruito un ambiente di apprendimento all’interno del quale gli studenti vengono messi nella condizione di fare domande e di identificare i criteri di qualità del compito che devono svolgere, si arriva ad una fase in cui può diventare fecondo per il loro apprendimento attivare una serie di momenti in cui si forniscono consigli di miglioramento a vicenda, quella che gli esperti chiamano la fase del fornire feedback ad uno o più compagni.
David Nicol in numerose pubblicazioni (una di esse è nella bibliografia che verrà inserita al termine del quarto contributo) parla di feedback formativo e generativo. Cosa ha identificato Nicol con le sue ricerche? Che uno studente, se guidato da buoni modelli (exemplar) e da buone rubriche di valutazione, apprende in modo più profondo fornendo un feedback derivante dall’analisi del lavoro di uno o più compagni, di quanto non riuscirebbe a fare ricevendo feedback dall’insegnante.
Non è che l’insegnante deve smettere di lavorare, ma deve orientare la propria attività e i propri sforzi in direzioni diverse da quelle definite dal copione spiegazione-domande-rinforzo. Come già accennato, l’insegnante deve cercare Modelli, portare la classe a costruire Rubriche, mette gli studenti nelle condizioni di ritenere vantaggioso il Collaborare.

COME
Facciamo un esempio concreto.
Se la classe ha come compito finale quello di scrivere una storia di bullismo con focalizzazione interna variabile, l’insegnante, dopo aver fatto leggere dei testi modello e aver fatto estrapolare i criteri di qualità di quei testi che verranno riportati come indicatori sulla rubrica di valutazione, dopo aver anche definito con la classe i descrittori della rubrica, può a questo punto chiedere ai suoi studenti di esercitarsi scrivendo una pagina di quel testo. Al termine ognuno dovrà fornire consigli a tre compagni sulla base di quanto contenuto nella rubrica costruita assieme.
Esistono molte piattaforme che facilitano queste operazioni e che mantengono addirittura anonimo l’autore della prova che deve essere corretta (questo per evitare il cosiddetto effetto Pigmalione). Quella usata dal sottoscritto è Peergrade.io e consente anche di inserire, a fianco dei testi che compaiono sullo schermo del correttore, anche delle mini rubriche con i criteri che devono essere considerati. La piattaforma è in grado anche di valutare la qualità del contributo fornito da ciascuno.
Dopo aver fornito feedback ogni membro della classe deve essere invitato a migliorare il proprio testo sulla base delle nuove idee emerse mentre venivano dati consigli ai compagni.

EFFETTI
I risultati che ho avuto modo di osservare sono di considerevole importanza. Studenti che nella fase individuale avevano scritto una sola riga, dopo aver dato consigli a tre compagni sono arrivati a produrne quindici di buona qualità. Cosa significa? Che quello studente, se non avesse lavorato con questa modalità, nella verifica finale avrebbe scritto una sola riga e avrebbe preso 3 o 4. In questo modo, non sono arrivato a dargli 6 perché ho abbassato i miei livelli di tolleranza ma perché, lavorando in classe in modo diverso, non si è perso per strada ed è riuscito a raggiungere i livelli minimi previsti per quella classe, per quella prova e per quella disciplina.

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