lunedì 20 dicembre 2004

Verso una scuola come comunità che apprende

Abstract dell'intervento di Daniele Pavarin alla:
Giornata Studio - COOPERATIVE LEARNING Esperienze e nuovi scenari
12 Gennaio 2004 - ore 9.00-19.00 presso l'Istituto Avogadro in corso San Maurizio, 8 a Torino

Verso una scuola come comunità che apprende
Ha senso usare il termine comunità riferendolo ad una organizzazione scolastica?
Senz’altro è più facile parlare di concetti come “gruppo cooperativo” e “comunità di apprendimento” relativamente al contesto classe. Se solo si prova ad uscire dalla classe, ad esempio prendendo in considerazione i modelli organizzativi su cui si fonda l’istituzione scuola, tutto diventa più difficile, tutto si complica. Così, finché si parla di obiettivo comune e condiviso, di clima positivo e di “interazione promozionale” dentro le pareti di un’aula, tutto sommato ci si riferisce ad obiettivi impegnativi, ma sicuramente raggiungibili, magari in tempi più o meno lunghi. Quando, invece, si cerca di proporre gli stessi obiettivi per il contesto-scuola più allargato (che sempre influisce e determina quello più ristretto), tutto si ridimensiona, niente sembra più fattibile, viene meno anche la voglia di sognare. E se non si sogna, si perde la capacità di costruire. Non solo. Certi sogni possono diventare realtà solo se si impara a condividerli con gli altri, attraverso l’ascolto e il dialogo continuo, in un lavoro di “lenta costruzione”.
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Daniele Pavarin

lunedì 22 novembre 2004

Cooperative learning (apprendimento cooperativo): l'importanza del Cooperative informale e di consegne e procedure chiare

L'importanza del cooperative informale e di consegne e procedure chiare
Secondo la nostra esperienza di insegnanti e formatori, molti docenti sono tentati di abbandonare la sperimentazione del Cooperative Learning a causa di problemi concreti che sembrano di difficile soluzione come:
eccessivo rumore nella creazione delle postazioni;
eccessivo rumore nel corso dei lavori di gruppo;
non adeguata gestione dei tempi e delle modalità del lavoro di gruppo;
non adeguato controllo del livello di apprendimento dei contenuti.
A volte però i problemi non sono legati al metodo, ma ad una non adeguata organizzazione del lavoro.
Partecipare ad un corso di formazione sul Cooperative Learning crea entusiasmo e aspettative.
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Paolo Scorzoni www.abilidendi.it

Il Cooperative Learning (apprendimento cooperativo) come strumento di integrazione

Se integrare significa scoprire le qualità di ognuno, farle riconoscere al diretto interessato e ai membri del suo gruppo di appartenenza, facendole diventare una risorsa a cui tutti possono fare riferimento, il Cooperative Learning può diventare un effettivo strumento di individualizzazione dell'insegnamento ed una occasione di integrazione tra alunni con conoscenze, competenze e capacità differenti sia dal punto di vista cognitivo che dal punto di vista relazionale, affettivo e motorio.
1. Permette di individualizzare l'insegnamento perché, dal momento in cui si divide la classe in piccoli gruppi, diventa possibile arrivare contemporaneamente o ad obiettivi diversi, o ad obiettivi simili ma seguendo i percorsi più adatti ad ogni alunno.
2. Permette di integrare e valorizzare alunni con differenti capacità perché in situazioni di interdipendenza di scopo, di ruolo, di compito diventa possibile consentire ad ognuno di fornire il proprio contributo. Creare scopi comuni e condivisi, dare ruoli che permettano ad ognuno di essere protagonista, fornire compiti sfidanti sia per il più che per il meno dotato, significa motivare allo studio ed aumentare l'autostima degli studenti, significa cioè migliorare il clima in cui i ragazzi lavorano, studiano, ricercano.

L'insegnante, o meglio l'intero Consiglio di Classe, per arrivare a creare percorsi individualizzanti e integranti dovrebbero essere in grado di adattare quanto deve essere appreso alle capacità di chi deve apprendere.
Il Consiglio di Classe dovrebbe perciò arrivare a conoscere pregi e difetti di ogni alunno, sia in campo scolastico che in campo extrascolastico (attraverso questionari e colloqui informali), dovrebbe identificare la qualità delle relazioni all'interno della classe (attraverso uno o più sociogrammi), dovrebbe comprendere qualità e problemi di ciascuno a livello cognitivo (attraverso test di ingresso), dovrebbe infine conoscere l'atteggiamento con cui ogni ragazzo si avvicina alla scuola (costrizione, entusiasmo, indifferenza).Solo se si imparerà a conoscere in profondità la situazione di partenza di ogni ragazzo diventerà possibile creare situazioni di gruppo adatte alle possibilità di ognuno, situazioni cioè veramente individualizzate e integranti.
Paolo Scorzoni www.abilidendi.it