giovedì 10 ottobre 2013

Favorire l'apprendimento con strumenti online

È possibile lavorare con classi eterogenee e aiutare tutti gli studenti a raggiungere obiettivi in linea con le loro potenzialità e con gli obiettivi nazionali ed europei?
È possibile pensare che tutti (anche i più in difficoltà) possano raggiungere almeno gli obiettivi minimi a livello di conoscenze, abilità e competenze, indispensabili per essere ammessi alla classe successiva? Almeno nella scuola dell’obbligo?
È possibile fare in modo che i più dotati possano lavorare in modo più approfondito e possano aiutare i più deboli?

Non esiste una bacchetta magica, non esiste un solo strumento che possa dirsi risolutore, come vorrebbero alcuni: dimmi cosa devo fare? Non c’è una sola soluzione, non c’è una sola strategia da mettere in atto; ce ne sono molte e devono essere utilizzate tutte.
Se si utilizzano da soli, non bastano la progettazione a ritroso di Wiggins e Mc Tighe e nemmeno il cooperative learning secondo le modalità dei fratelli Johnson o di Kagan, o le tecniche di gestione della classe suggerite da Charles o da Brophy, non sono sufficienti nemmeno le mappe concettuali di Novak o le Flipped Classroom di cui anche in Italia si comincia, in questi anni, a parlare.
C’è invece bisogno di un approccio integrato che preveda l’utilizzo di tutte queste modalità e di molte altre ancora, come suggerisce tra gli altri la Tomlinson.

Consapevole perciò di non aver creato uno strumento esaustivo, ma un piccolo ingranaggio al servizio di una visione più ampia, volevo utilizzare lo spazio che mi è stato concesso per parlare di ScuolaInterattiva.
Si tratta di un canale YouTube che raccoglie ormai più di settanta video divisi in cinque playlist.
La playlist più fornita è, per ora, quella che riassume il periodo storico che va dal medioevo alla seconda guerra mondiale.
Ogni video ha una durata che va dai due ai sette minuti (a parte quelli per insegnati dai quali ci si aspettano tempi di attenzione un po’ più dilatati) e presenta il proprio argomento attraverso il progressivo dispiegarsi di una mappa accompagnata da una voce che presenta il contenuto di ogni nodo.
Il video procede lentamente (ogni studente ha poi la possibilità di fermarlo quando vuole) cercando di rispettare il ritmo di apprendimento di ognuno.

Noi insegnanti abbiamo due preoccupazioni in questi ultimi tempi: andare incontro alle esigenze degli studenti con Bisogni Educativo Speciali  (anche se poi ogni studente ha dei  BES, perché ognuno è diverso dall'altro) e riuscire a dare a tutti un’idea generale dei concetti ritenuti fondamentali.
ScuolaInterattiva nasce con l’obiettivo di aiutare a risolvere queste due problematiche: il video serve infatti, allo studente, anche quello con BES, a identificare i contenuti ritenuti fondamentali e ad aiutarlo a raggiungere gli obiettivi legati alle conoscenze di base anche da casa, anche in assenza dell’insegnante; inoltre, in classe, aiuta a liberare tempo per lavorare sulle competenze e per favorire approfondimenti che altrimenti sarebbero impossibili.

Facciamo un esempio concreto:
·         La Prima Guerra Mondiale
1.       L’insegnante chiede ai suoi studenti di guardare a casa i due video di ScuolaInterattiva che parlano dell’argomento e di arrivare a scuola o dopo aver prodotto domande di chiarimento, o dopo aver identificato eventuali percorsi di approfondimento.
2.       In classe inizia il percorso personalizzato; chi ha bisogno di chiarimenti può lavorare direttamente con l’insegnante, su materiali facilitati o con un compagno-tutor; chi vuole approfondire può lavorare su materiali più articolati (video, documenti scritti) forniti dall’insegnante o trovati dallo studente stesso.
3.       Al termine del lavoro gli studenti vengono suddivisi in piccoli gruppi eterogenei nei quali presentano quanto fatto da soli, con l’aiuto dell’insegnante o con l’aiuto di un compagno.
4.       Risultato finale: tutti in classe arrivano a conoscere i contenuti fondamentali (anche chi è maggiormente in difficoltà). Poi, in base alle specifiche possibilità, ognuno può arrivare a livelli di approfondimento diversi e a sviluppare competenze (anche sociali, si pensi al tutor) secondo un programma personalizzato.
Quindi, per quegli insegnanti che sono già sensibili a determinate innovazioni metodologico-didattiche, ma che non hanno tempo per costruirsi autonomamente materiali online, ScuolaInterattiva, ma anche Oilproject e BIGnomi, possono diventare interessanti strumenti da utilizzare all'interno della propria programmazione curricolare (anche perché totalmente FREE).
                                                                                                                                                    

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martedì 23 luglio 2013

Le prove invalsi? Bene, se fossero tarate sugli obiettivi indicati dalle Indicazioni nazionali

Premessa: sono favorevole alle famigerate prove Invalsi.
Conseguenza numero 1: trovo poco professionale aiutare gli alunni a copiare; significa che si pensa di non aver fatto un buon lavoro durante l'anno scolastico.
Conseguenza numero 2: penso di avere il diritto di criticare la scelta fatta quest'anno per le prove di italiano, soprattutto quella del testo di Cerami.
Critico perché non mi pare un testo in linea con gli obiettivi e i traguardi di competenza indicati dalle nuove Indicazioni Nazionali.
Le Indicazioni parlano chiaro; al termine del primo ciclo di istruzione gli studenti, individualmente devono essere in grado di analizzare testi funzionali, testi espositivi e descrittivi. 
I testi letterari, soprattutto quelli articolati e difficili, possono essere affrontati sì, ma nel corso di lavori in piccoli gruppi, e con la supervisione dell'insegnante.
Diventa questo allora il problema; non si può tornare indietro alla prima difficoltà dicendo che è tutto da buttare. Bisogna invece, di anno in anno, aiutare chi prepara le prove a tararle in modo tale da essere utili.
Le prove sono utili se si basano su una serie di obiettivi comuni e condivisi; e penso che analizzare e approfondire quelli delle Indicazioni Nazionali possa essere il lavoro che dovranno fare assieme insegnanti e responsabili dell'Invalsi nel corso del prossimo anno scolastico.