blog su cooperative learning (apprendimento cooperativo), unità di apprendimento e scuola come comunità. Per insegnanti e dirigenti scolastici
domenica 26 ottobre 2014
Insegnamento e ambienti di apprendimento
Il lavoro dell’insegnante tra mito della caverna e YouTube
Cosa sta dietro a ScuolaInterattiva
Introduzione
Mi ha sempre affascinato il Mito delle Caverna di Platone e una sua interpretazione pedagogica che ho letto molti anni fa.
Chi è l’insegnante? È colui che rinuncia a godersi la luce del sole, che rinuncia alla contemplazione della verità per tornare nella caverna; è colui che accettando di rientrare nella caverna accetta di correre il rischio della cecità; è colui che capisce che non è possibile raggiungere l’obiettivo di liberare i propri ex compagni chiamandoli da fuori.
È colui, infine, che accetta di vivere in una condizione che è diversa da quella di coloro che vivono costantemente al cospetto del sole e di coloro che invece non ci sono ancora.
L’insegnante è un mediatore, un traghettatore che dopo aver portato i propri alunni più anziani all’uscita, invece di andare fuori con loro, torna indietro e ricomincia.
Ma cosa significa oggi rientrare nella caverna? Significa entrare nel mondo dei ragazzi ed occuparlo parlando il loro linguaggio e utilizzando i loro strumenti per veicolare messaggi antichi, messaggi senza tempo. Per molti insegnanti non significa tornare indietro perché nel mondo dei ragazzi di oggi non c’è nulla del mondo dei ragazzi di un tempo.
Un volta per tornare ragazzi bastava tornare sui propri passi, oggi bisogna percorrere strade nuove, inesplorate sia per i giovani che per i loro insegnanti.
Infatti oggi si deve essere in grado di padroneggiare le nuove tecnologie (tablet, smartphone, app) e di utilizzare la rete per creare le conoscenze, le abilità e le competenze che si ritengono più importanti per i propri studenti; si deve vedere la rete come un ambiente di apprendimento nel quale entrare per aiutare i propri alunni a costruirsi spirito critico e mente creativa. La caverna descritta da Platone oggi è la rete.
Il canale YouTube ScuolaInterattiva è nato proprio con l’obiettivo di andare ad incontrare i giovani nelle loro piazze virtuali non in modo casuale però ma seguendo i passi di un progetto ben definito.
Questo articolo intende parlare dei principi pedagogico-metodologici a cui ScuolaInterattiva si ispira.
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lunedì 24 febbraio 2014
Lettera aperta al presidente del consiglio e al ministro dell'Istruzione
Signor Presidente del Consiglio, gentile Ministro
dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca vi scrivo per condividere con
voi alcune riflessioni sul problema della qualità della scuola pubblica in Italia.
La
scuola oggi sta vivendo un periodo di grandi trasformazioni; le Indicazioni
Nazionali del 2012 chiedono agli insegnanti di passare, il più rapidamente
possibile, da una didattica orientata alle conoscenze ad una didattica che deve
avere per orizzonte la creazione di competenze. Per gli insegnanti si tratta di
una rivoluzione copernicana anche perché, a parte le ultime generazioni, non
sono stati selezionati per perseguire questo obiettivo. Una rivoluzione possibile se si decide di investire. Investire su cosa?
Una scuola di qualità
si fonda su tre pilastri: insegnanti motivati e valutati, strutture
all'avanguardia, un numero non eccessivo di studenti per classe.
Da dove partiamo invece?
Da
insegnanti demotivati; il loro stipendio è adattissimo a docenti che dovevano
occuparsi delle conoscenze, ma totalmente inadeguato per chi dovrebbe lavorare
in modo completamente nuovo.
Il sistema è questo: non ti pago il giusto, però non ti valuto
e pretendo poco da te; come è possibile far crescere la qualità in questo modo?
Da
strutture in certi casi fatiscenti dove il 2.0 è una chimera.
Da classi che in
certi casi raggiungono i trenta alunni.
Qual è la mia riflessione.
Strutture all'avanguardia potrebbero trainare anche
insegnanti poco pagati al punto da farli lavorare bene anche in classi numerose.
Insegnanti retribuiti il giusto potrebbero far funzionare anche
strutture fatiscenti e classi numerose.
Classi poco numerose potrebbero forse motivare anche
insegnanti scoraggiati in strutture fatiscenti.
Non è possibile però pretendere qualità se non si incide su
nessuna di queste variabili.
Concludo signor Presidente del Consiglio e gentile Ministro
dell'Istruzione: abbiate il coraggio di incidere davvero e subito su almeno uno
di questi aspetti.
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