1. Fornire Feedback all'insegnante
2. Lavorare sui modelli
3. Fornire Feedback ai compagni
4. Quali tipologie di compito
3. Fornire feedback ai compagni
Dopo aver
costruito un ambiente di apprendimento all’interno del quale gli studenti vengono
messi nella condizione di fare domande e di identificare i criteri di
qualità del compito
che devono svolgere, si arriva ad una fase in cui può diventare fecondo per il
loro apprendimento attivare una serie di momenti in cui si forniscono consigli
di miglioramento a vicenda, quella che gli esperti chiamano la fase del fornire
feedback ad uno o più
compagni.
David Nicol in
numerose pubblicazioni (una di esse è nella bibliografia che verrà inserita al
termine del quarto contributo) parla di feedback formativo e generativo. Cosa
ha identificato Nicol con le sue ricerche? Che uno studente, se guidato da
buoni modelli (exemplar) e da buone rubriche di valutazione, apprende in modo
più profondo fornendo un feedback derivante dall’analisi del lavoro di uno o
più compagni, di quanto non riuscirebbe a fare ricevendo feedback dall’insegnante.
Non è che l’insegnante
deve smettere di lavorare, ma deve orientare la propria attività e i propri
sforzi in direzioni diverse da quelle definite dal copione spiegazione-domande-rinforzo.
Come già accennato, l’insegnante deve cercare Modelli, portare la classe
a costruire Rubriche, mette gli studenti nelle condizioni di ritenere
vantaggioso il Collaborare.
COME
Facciamo un
esempio concreto.
Se la classe ha come compito finale quello di scrivere una storia di bullismo con focalizzazione interna variabile, l’insegnante, dopo aver fatto leggere dei testi modello e aver fatto estrapolare i criteri di qualità di quei testi che verranno riportati come indicatori sulla rubrica di valutazione, dopo aver anche definito con la classe i descrittori della rubrica, può a questo punto chiedere ai suoi studenti di esercitarsi scrivendo una pagina di quel testo. Al termine ognuno dovrà fornire consigli a tre compagni sulla base di quanto contenuto nella rubrica costruita assieme.
Se la classe ha come compito finale quello di scrivere una storia di bullismo con focalizzazione interna variabile, l’insegnante, dopo aver fatto leggere dei testi modello e aver fatto estrapolare i criteri di qualità di quei testi che verranno riportati come indicatori sulla rubrica di valutazione, dopo aver anche definito con la classe i descrittori della rubrica, può a questo punto chiedere ai suoi studenti di esercitarsi scrivendo una pagina di quel testo. Al termine ognuno dovrà fornire consigli a tre compagni sulla base di quanto contenuto nella rubrica costruita assieme.
Esistono molte
piattaforme che facilitano queste operazioni e che mantengono addirittura
anonimo l’autore della prova che deve essere corretta (questo per evitare il
cosiddetto effetto Pigmalione). Quella usata dal sottoscritto è
Peergrade.io e consente anche di inserire, a fianco dei testi che compaiono
sullo schermo del correttore, anche delle mini rubriche con i criteri che
devono essere considerati. La piattaforma è in grado anche di valutare la
qualità del contributo fornito da ciascuno.
Dopo aver
fornito feedback ogni membro della classe deve essere invitato a migliorare il
proprio testo sulla base delle nuove idee emerse mentre venivano dati consigli
ai compagni.
EFFETTI
I risultati che
ho avuto modo di osservare sono di considerevole importanza. Studenti che nella
fase individuale avevano scritto una sola riga, dopo aver dato consigli a tre
compagni sono arrivati a produrne quindici di buona qualità. Cosa significa?
Che quello studente, se non avesse lavorato con questa modalità, nella verifica
finale avrebbe scritto una sola riga e avrebbe preso 3 o 4. In questo modo, non
sono arrivato a dargli 6 perché ho abbassato i miei livelli di tolleranza ma
perché, lavorando in classe in modo diverso, non si è perso per strada ed è
riuscito a raggiungere i livelli minimi previsti per quella classe, per quella
prova e per quella disciplina.