di Delia Fontana
della scuola primaria di Rogno (Bg)
Presentazione
di Paolo Scorzoni
Spesso quando tengo corsi sull’apprendimento cooperativo mi sento rispondere dagli insegnanti che partecipano: ma tu insegni italiano, è più facile per te progettare attività che prevedano il lavoro di gruppo.
Io rispondo che non è vero, ma non sempre dispongo di esempi e progetti da realizzare per discipline e per ordini di scuole diverse da quelle in cui insegno o ho insegnato.
È per questo che ho sollecitato Delia Fontana, insegnante di scuola primaria nell’Istituto Comprensivo di Costa Volpino sul lago d’Iseo (dove quest’inverno Daniele ed io abbiamo tenuto un corso di sensibilizzazione sull’apprendimento cooperativo), a raccontare la sua esperienza di insegnamento apprendimento del calcolo mentale attraverso una serie di attività a coppie.
Delia Fontana, non solo ha utilizzato il cooperative learning, ma anche il metodo analogico deduttivo.
Le ho chiesto di parlarci anche di questo metodo visti i risultati sorprendenti che permette di raggiungere.
Introduzione
Ho organizzato le attività didattiche in due classi prima utilizzando la metodologia del Cooperative Learning per le acquisizioni dell’ambito matematico, impostando la conoscenza e l’uso del numero sul metodo analogico-intuitivo.
Ho utilizzato il metodo analogico-intuitivo, elaborato e sperimentato da Camillo Bortolato , dopo aver approfondito gli studi di Daniela Lucangeli , in particolare l’analisi dei precursori della cognizione numerica: processi semantici, conteggio, processi lessicali e pre-sintattici. La scelta di utilizzare il metodo analogico-intuitivo si basa sulle ricerche che tendono a evidenziare le grandi potenzialità dei bambini fin dalla nascita: sono le teorie dello sviluppo di Butterworth (1999) e Dehaene (2000), secondo le quali le competenze strumentali in fatto di numeri sono presenti fin dalla nascita e non si sviluppano dalle esperienze concrete attorno ai 5 anni, come affermava Piaget. I bambini sono in grado di compiere da subito operazioni con le quantità, purché queste siano presentate in modo conforme alle caratteristiche della mente, perché calcolo di numerosità e calcolo mentale sono competenze indipendenti dal sistema notazionale dei numeri scritti.
Il metodo si disinteressa inizialmente dei numeri scritti, rivolgendo invece l’attenzione alle immagini interne della mente che lavora in modo intuitivo e silenzioso. Per facilitare e rendere istantaneo il conteggio, in modo da evitare i conteggi parziali e finali, è necessario precostituire una struttura d’ordine su cui appoggiare gli oggetti. Dislocando le quantità sempre nello stesso ordine è possibile basarsi sulla posizione considerata in se stessa: l’ordine deve essere semplice, adatto alle caratteristiche della nostra mente e replicabile in tutte le dimensioni. La conformazione delle dita delle mani, che oltre ad essere suddivise in cinquine, sono prima di tutto allineate e ordinate, rappresenta l’ordine semplice di riferimento.
Sulla base dell’allineamento di palline (dots) i bambini individuano il numero senza contare, desumendolo dalla sua posizione, secondo un computo mentale che dalla visione individua istantaneamente la quantità. (continua)
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