Ho letto sul Corriere dell'11 giugno del 2008 un'intervista nella quale la scrittrice-insegnante Paola Mastrocola dice che frustrante non è lo stipendio, ma insegnare a studenti demotivati. Vorrei chiederle che soddisfazione si può avere dall'insegnare solo a chi motivato lo è già. Noi insegnanti dobbiamo lavorare cercando di allargare sempre di più la schiera dei motivati, dei volenterosi e quindi dobbiamo avere un occhio di riguardo proprio per chi non fa nulla. E' lì che si gioca la nostra bravura e la nostra professionalità. Siamo noi insegnanti che dobbiamo avere il coraggio di rientrare nella caverna (di platoniana memoria) rischiando la cecità per aiutare anche chi non ha voglia di muoversi e crede che le ombre siano la realtà. Io non credo che questo compito sia frustrante, ma entusiasmante. Un compito che ci deve stimolare a cercare ogni giorno nuove metodologie per agganciare anche i più lontani. E se può servire a stimolarci ben venga anche la valutazione; basta che sia oggettiva e articolata (che provenga cioè da tutte le componenti della scuola, dirigenti, colleghi, genitori e studenti).
Un saluto.
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